LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Luciano Rosario Capaldo
|
|||||
Antichi rumori…
I poeti deliberatamente confondono i sensi. Che grande potere, il loro. Però, a pensarci bene, capita spesso anche a me, modesto imbrattafogli, di scambiare i sensi. Svegliarsi la mattina presto, ascoltare rimembranti colpi sordi quasi squarcianti una ovattata quiete mattinale. Ti affacci, data l’ora, alla finestra del bagno e catturi l’immagine di un balcone difronte dal quale ,una non più giovane donna munita di un antico battipanni in vimini ,dolci ricordi, sporgendosi, colpisce impietosamente quel tappeto comprato d’occasione al mercatino del mese ; tanto caro e caloroso per la sua dimora. Ringrazio quella signora che, a sua insaputa, mi ha donato l’odore del caffellatte ed il sapore del pane di una volta, ritualità di un ambiente familiare dove echeggiava il silenzio di calde mattinate primaverili in cui anche un colpo di tosse assumeva il rumore di un tuono, padroneggiava l’odore di acacie e ginestre si affacciavano i gerani ai balconi mentre farfalle spruzzavano pennellate di colori meravigliosi qua e la. Lontani sembrano gli affanni della grande città, una dimensione temporale anacronistica ma attuale. Le scuole ormai chiuse, voci di bambini a casa si rincorrono e argentine riempiono l’androne del condominio mentre io, con passo svelto, percorro velocemente lo stesso e con il mio fiatone m’incammino verso l’ufficio distruggendo ricordi, sapori ed odori di un tempo che mai più ritornerà.
Luciano Capaldo 10 luglio ‘15
|
|